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Negli ultimi decenni sono entrati a far parte della letteratura italiana scrittori, poeti e romanzieri provenienti da altri paesi europei ed extraeuropei: scrittori "migranti", come si suoi dire, passati cioè attraverso l'esperienza dell'emigrazione e dell'integrazione in una nuova realtà culturale e linguistica. Si tratta di un fenomeno nuovo, a cui si guarda con crescente interesse. Non tutti sanno però che in passato - e anzi già a partire dal Medioevo - l'italiano è stato più volte adottato, magari anche solo occasionalmente o in circostanze private, ma sempre con viva coscienza stilistica, da numerosi scrittori stranieri, tra cui anche autori di primissimo piano: da Montaigne a Voltaire, da John Milton a Byron, da Gogol' a joyce, da Ezra Pound a Murilo Mendes; o, tra gli artisti, da Rubens e da Mozart. C'è insomma tutta una "letteratura italiana fuori d'Italia", come è stata definita.